UNA DONNA VESTITA DI SOLE ILLUMINA DI NUOVO LA CITTA’ DEL FINALE
UNA DONNA VESTITA DI SOLE ILLUMINA DI NUOVO LA CITTA’ DEL FINALE


   8 settembre 2020: una giornata molto importante per la città di Finale Emilia. Da oltre quattrocento  anni si celebra quella che è conosciuta da tutti come la “Festa della Madonna”, ma per la precisione si ricorda la Natività delle Beata Vergine e si rende omaggio – portandola in processione -  alla statua della Madonna delle Grazie, tanto cara a noi finalesi.

   L’8 settembre di quest’anno, i fedeli e la cittadinanza di Finale hanno avuto un motivo in più per festeggiare: il restauro della statua dell’Immacolata Concezione, che si trova attualmente a lato della scalinata della chiesa del Seminario.

   L’Immacolata, la cosiddetta “Donna vestita di sole” citata nell’Apocalisse, fu commissionata alla fine del ‘700 dal nostro illustre concittadino e storico  Cesare Frassoni, che la fece collocare su un’alta colonna in prossimità dell’argine sinistro della Lunga del Panaro, nel luogo in cui successivamente, nei primi anni del ‘900, venne eretto l’odierno Teatro Sociale. Da quella posizione poteva salutare e benedire tutti i naviganti che, fino al 1889, arrivavano nel nostro paese solcando le acque del fiume Panaro, ma soprattutto poteva proteggere la popolazione del Finale dalle frequenti inondazioni del fiume.

  In pieno stile tardo barocco, la Madonna è raffigurata mentre prega il Padre Eterno, lo sguardo dolce ma al tempo stesso ieratico rivolto verso il cielo; i suoi piedi poggiano su uno spicchio di luna e calpestano il serpente, simbolo non solo del peccato originale ma anche della costante minaccia delle alluvioni. L’impostazione della statua non è per niente statica: l’Immacolata sembra incedere con un passo di danza verso l’osservatore, quasi volesse invitarlo a unirsi alla sua estasi verso il Padre.

   Il restauro ha restituito alla statua la dignità che merita; il candore ritrovato della pietra veneta esalta le sue forme armoniche e sinuose. Nelle giornate di sole il simulacro risalta contro l’azzurro del cielo, e in quelle di pioggia illumina il paesaggio urbano, attirando l’attenzione del passante.

   La cerimonia di inaugurazione ha avuto luogo al termine della Santa Messa e della tradizionale processione per le vie della città; vi sono intervenuti tutti coloro che si sono prodigati per la riuscita di questa importante opera di restauro. Il parroco don Daniele Bernabei, per primo, ha voluto ringraziare le persone e le associazioni che l’hanno resa possibile; ha inoltre rimarcato l’affetto che la comunità di Finale prova per la Madonna, oggetto di grande devozione. La parola è poi passata a Vittoria Baraldini, ex Presidente del Lions Club di Finale Emilia - finanziatore del restauro insieme alla parrocchia -, la quale ha sottolineato come il Lions Club abbia preso a cuore questo intervento, essendo a conoscenza dell’adorazione della comunità finalese nei confronti della statua.

   Elisabetta Belluti, la restauratrice, ha raccontato di come il suo lavoro non si sia limitato alla semplice pulitura e restauro del simulacro, ma abbia assunto un significato molto più intimo e importante. Da finalese aveva da tempo a cuore le sue sorti e se n’era interessata anche insieme all’Associazione ALMA FINALIS, con cui collabora da molti anni. Il 14 maggio 2020 è ufficialmente iniziato il restauro, durato circa tre settimane. La statua non era solamente deteriorata dal tempo e incrostata di licheni: uno strato cementizio, applicato incautamente nel 2011, rischiava a lungo andare di provocare importanti sgretolamenti. Durante le tre settimane di lavoro, Elisabetta è riuscita a restituire alla Madonna la sua luce originaria. Infine Maria Pia Balboni, presidente dell’Associazione ALMA FINALIS, ha raccontato in breve la storia e l’originaria collocazione della statua; già dal 2014 l’Associazione ne perseguiva il restauro e la ricollocazione nella postazione originaria. Successivamente ha presentato l’opuscolo La donna vestita di sole di cui è autrice, e per il quale ha utilizzato una interessante quanto singolare tecnica narrativa. La “Donna vestita di sole”, cioè la Vergine Maria,  è l’io narrante che racconta la sua storia ai suoi diletti finalesi, come farebbe un’amorevole madre ai suoi figli.

   In veste di vice-presidente di ALMA FINALIS mi ritengo davvero orgogliosa per aver contribuito a promuovere, insieme ai miei compagni di avventura, un ulteriore recupero artistico e storico per il nostro paese. Da semplice cittadina, resto affascinata ogni volta che passo davanti alla “Donna vestita di sole” nel suo ritrovato splendore.

Anna Rita Molesini per ALMA FINALIS

" pagelayer-tag="pl_text">

UNA DONNA VESTITA DI SOLE ILLUMINA DI NUOVO LA CITTA’ DEL FINALE


   8 settembre 2020: una giornata molto importante per la città di Finale Emilia. Da oltre quattrocento  anni si celebra quella che è conosciuta da tutti come la “Festa della Madonna”, ma per la precisione si ricorda la Natività delle Beata Vergine e si rende omaggio – portandola in processione -  alla statua della Madonna delle Grazie, tanto cara a noi finalesi.

   L’8 settembre di quest’anno, i fedeli e la cittadinanza di Finale hanno avuto un motivo in più per festeggiare: il restauro della statua dell’Immacolata Concezione, che si trova attualmente a lato della scalinata della chiesa del Seminario.

   L’Immacolata, la cosiddetta “Donna vestita di sole” citata nell’Apocalisse, fu commissionata alla fine del ‘700 dal nostro illustre concittadino e storico  Cesare Frassoni, che la fece collocare su un’alta colonna in prossimità dell’argine sinistro della Lunga del Panaro, nel luogo in cui successivamente, nei primi anni del ‘900, venne eretto l’odierno Teatro Sociale. Da quella posizione poteva salutare e benedire tutti i naviganti che, fino al 1889, arrivavano nel nostro paese solcando le acque del fiume Panaro, ma soprattutto poteva proteggere la popolazione del Finale dalle frequenti inondazioni del fiume.

  In pieno stile tardo barocco, la Madonna è raffigurata mentre prega il Padre Eterno, lo sguardo dolce ma al tempo stesso ieratico rivolto verso il cielo; i suoi piedi poggiano su uno spicchio di luna e calpestano il serpente, simbolo non solo del peccato originale ma anche della costante minaccia delle alluvioni. L’impostazione della statua non è per niente statica: l’Immacolata sembra incedere con un passo di danza verso l’osservatore, quasi volesse invitarlo a unirsi alla sua estasi verso il Padre.

   Il restauro ha restituito alla statua la dignità che merita; il candore ritrovato della pietra veneta esalta le sue forme armoniche e sinuose. Nelle giornate di sole il simulacro risalta contro l’azzurro del cielo, e in quelle di pioggia illumina il paesaggio urbano, attirando l’attenzione del passante.

   La cerimonia di inaugurazione ha avuto luogo al termine della Santa Messa e della tradizionale processione per le vie della città; vi sono intervenuti tutti coloro che si sono prodigati per la riuscita di questa importante opera di restauro. Il parroco don Daniele Bernabei, per primo, ha voluto ringraziare le persone e le associazioni che l’hanno resa possibile; ha inoltre rimarcato l’affetto che la comunità di Finale prova per la Madonna, oggetto di grande devozione. La parola è poi passata a Vittoria Baraldini, ex Presidente del Lions Club di Finale Emilia - finanziatore del restauro insieme alla parrocchia -, la quale ha sottolineato come il Lions Club abbia preso a cuore questo intervento, essendo a conoscenza dell’adorazione della comunità finalese nei confronti della statua.

   Elisabetta Belluti, la restauratrice, ha raccontato di come il suo lavoro non si sia limitato alla semplice pulitura e restauro del simulacro, ma abbia assunto un significato molto più intimo e importante. Da finalese aveva da tempo a cuore le sue sorti e se n’era interessata anche insieme all’Associazione ALMA FINALIS, con cui collabora da molti anni. Il 14 maggio 2020 è ufficialmente iniziato il restauro, durato circa tre settimane. La statua non era solamente deteriorata dal tempo e incrostata di licheni: uno strato cementizio, applicato incautamente nel 2011, rischiava a lungo andare di provocare importanti sgretolamenti. Durante le tre settimane di lavoro, Elisabetta è riuscita a restituire alla Madonna la sua luce originaria. Infine Maria Pia Balboni, presidente dell’Associazione ALMA FINALIS, ha raccontato in breve la storia e l’originaria collocazione della statua; già dal 2014 l’Associazione ne perseguiva il restauro e la ricollocazione nella postazione originaria. Successivamente ha presentato l’opuscolo La donna vestita di sole di cui è autrice, e per il quale ha utilizzato una interessante quanto singolare tecnica narrativa. La “Donna vestita di sole”, cioè la Vergine Maria,  è l’io narrante che racconta la sua storia ai suoi diletti finalesi, come farebbe un’amorevole madre ai suoi figli.

   In veste di vice-presidente di ALMA FINALIS mi ritengo davvero orgogliosa per aver contribuito a promuovere, insieme ai miei compagni di avventura, un ulteriore recupero artistico e storico per il nostro paese. Da semplice cittadina, resto affascinata ogni volta che passo davanti alla “Donna vestita di sole” nel suo ritrovato splendore.

Anna Rita Molesini per ALMA FINALIS