GRANDE SUCCESSO PER LA GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA A FINALE EMILIA
Il  titolo che mi è venuto in mente per questo articolo è poco originale, e se vogliamo anche un po’ autoreferenziale, ma in questa occasione quanto mai appropriato. Intanto, fa fede il numero di partecipanti, superiori alle nostre più rosee aspettative: centotrenta persone in totale hanno visitato il cimitero (che noi preferiamo chiamare  Horto degli Hebrei alla maniera antica) e il ghetto ebraico. Una tale eccezionale riuscita è stata possibile grazie al contributo di molti: ben cinque guide, di cui due – le sorelle Chiara e Claudia Artioli - alla prima esperienza, che le ha viste entusiaste e ben preparate, cui si è aggiunta Maria Pia Balboni, richiamata in servizio visto l’alto numero di partecipanti; le tre impiegate comunali che con la loro proverbiale efficienza si sono occupate delle prenotazioni fornendoci elenchi precisi e dettagliati; gli addetti alla cura dell’Horto, sempre più efficienti anche grazie all’arrivo del nuovo volontario Claudio Artioli; l’Osteria della Fefa, impeccabile come ogni anno.

    I visitatori del ghetto hanno potuto apprezzare, oltre al Portico degli Ebrei,  l’esterno di molte case, spesso ornate da piante e fiori tenuti con cura tutto l’anno, mentre Gherardo Braida e Marisa Veronesi anche in questa occasione hanno aperto le porte per permettere ai visitatori l’accesso ai loro cortili, zone di interesse storico per la storia degli ebrei finalesi.
   L’affluenza non era affatto scontata, date le limitazioni dovute al Covid, che pure non hanno impedito l’arrivo di tanti visitatori, provenienti anche da località lontane, che hanno seguito con interesse i percorsi proposti, ponendo domande e complimentandosi con le guide. Pure  la vendita dei nostri libri è stata superiore alle aspettative, segno sicuro di interesse; ed è la vendita di questi ultimi che ci permette di recuperare in parte le spese sostenute per  la manutenzione dell’Horto, e per organizzare gli eventi che danno a numerose persone la possibilità di accedervi e di conoscerne la storia.  

    Anche quest’anno c’è stato un episodio particolare. Due ragazze di Mirandola si sono presentate appena in tempo alla visita pomeridiana al cimitero perché avevano forato una gomma. Le abbiamo tranquillizzate assicurando loro che avremmo risolto il problema; hanno fatto la loro ora di visita serene e interessate, e alla fine abbiamo raggiunto l’auto e sostituito lo pneumatico. Ci hanno ringraziato sia per la visita sia per l’aiuto, e ci hanno assicurato che sarebbero tornate il prossimo anno con altri amici. Ecco, questo è un piccolo esempio di cosa sia il volontariato: mantiene in buono stato quello che il paese presenta (e che può a buon ragione vantare), favorisce l’interesse per il territorio, attira i visitatori. In questo caso, ci ricorda anche com’era il nostro paese nei secoli passati.

   Ricordo che l’Horto di via Gozzi è aperto tutte le domeniche e i festivi (sabati esclusi) dalle 9 alle 18, fino ad autunno inoltrato. E’ inoltre possibile prenotare una visita guidata telefonando al numero 0535 92341.

Maurizio Goldoni per ALMA FINALIS

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Il  titolo che mi è venuto in mente per questo articolo è poco originale, e se vogliamo anche un po’ autoreferenziale, ma in questa occasione quanto mai appropriato. Intanto, fa fede il numero di partecipanti, superiori alle nostre più rosee aspettative: centotrenta persone in totale hanno visitato il cimitero (che noi preferiamo chiamare  Horto degli Hebrei alla maniera antica) e il ghetto ebraico. Una tale eccezionale riuscita è stata possibile grazie al contributo di molti: ben cinque guide, di cui due – le sorelle Chiara e Claudia Artioli - alla prima esperienza, che le ha viste entusiaste e ben preparate, cui si è aggiunta Maria Pia Balboni, richiamata in servizio visto l’alto numero di partecipanti; le tre impiegate comunali che con la loro proverbiale efficienza si sono occupate delle prenotazioni fornendoci elenchi precisi e dettagliati; gli addetti alla cura dell’Horto, sempre più efficienti anche grazie all’arrivo del nuovo volontario Claudio Artioli; l’Osteria della Fefa, impeccabile come ogni anno.

    I visitatori del ghetto hanno potuto apprezzare, oltre al Portico degli Ebrei,  l’esterno di molte case, spesso ornate da piante e fiori tenuti con cura tutto l’anno, mentre Gherardo Braida e Marisa Veronesi anche in questa occasione hanno aperto le porte per permettere ai visitatori l’accesso ai loro cortili, zone di interesse storico per la storia degli ebrei finalesi.
   L’affluenza non era affatto scontata, date le limitazioni dovute al Covid, che pure non hanno impedito l’arrivo di tanti visitatori, provenienti anche da località lontane, che hanno seguito con interesse i percorsi proposti, ponendo domande e complimentandosi con le guide. Pure  la vendita dei nostri libri è stata superiore alle aspettative, segno sicuro di interesse; ed è la vendita di questi ultimi che ci permette di recuperare in parte le spese sostenute per  la manutenzione dell’Horto, e per organizzare gli eventi che danno a numerose persone la possibilità di accedervi e di conoscerne la storia.  

    Anche quest’anno c’è stato un episodio particolare. Due ragazze di Mirandola si sono presentate appena in tempo alla visita pomeridiana al cimitero perché avevano forato una gomma. Le abbiamo tranquillizzate assicurando loro che avremmo risolto il problema; hanno fatto la loro ora di visita serene e interessate, e alla fine abbiamo raggiunto l’auto e sostituito lo pneumatico. Ci hanno ringraziato sia per la visita sia per l’aiuto, e ci hanno assicurato che sarebbero tornate il prossimo anno con altri amici. Ecco, questo è un piccolo esempio di cosa sia il volontariato: mantiene in buono stato quello che il paese presenta (e che può a buon ragione vantare), favorisce l’interesse per il territorio, attira i visitatori. In questo caso, ci ricorda anche com’era il nostro paese nei secoli passati.

   Ricordo che l’Horto di via Gozzi è aperto tutte le domeniche e i festivi (sabati esclusi) dalle 9 alle 18, fino ad autunno inoltrato. E’ inoltre possibile prenotare una visita guidata telefonando al numero 0535 92341.

Maurizio Goldoni per ALMA FINALIS