L’IMPORTANZA DELLA MEMORIA

“Una persona viene dimenticata solo se il suo nome viene dimenticato”.


Recita così un passo del Talmud, testo sacro dell’ebraismo. E’ con questa frase che vorrei riassumere il tema che ha caratterizzato il Giorno della Memoria svoltosi a Finale il 27 gennaio 2019: una giornata che ricorderò a lungo, poiché da tale data anche la nostra cittadina annovera la presenza di due Pietre d’inciampo - ovvero due piccole pietre, della dimensione di un comune sampietrino, ricoperte da una sottile lastra di ottone e portatrici di un significato importantissimo: non lasciare che l’oblio ci sommerga e ci faccia dimenticare una delle pagine peggiori della storia italiana ed europea. Il loro significato però non si limita a questo.

Le Pietre d’inciampo nascono per iniziativa di un artista tedesco, Gunter Demnig, che nel 1996 ha lanciato questo progetto a dir poco geniale: ricordare con pietre incastonate nella pavimentazione coloro (ebrei e non ebrei) che sono stati vittime della persecuzione nazifascista. Le Pietre vengono poste di fronte o in prossimità delle abitazioni che hanno ospitato le vittime: recano il loro nome e cognome, la data di nascita e di morte (se conosciuta) e un breve epitaffio, per ricordare il soggetto della Pietra. Le due Pietre che abbiamo posto a Finale Emilia, e che sono dedicate alla memoria di Ada Osima (deportata e scomparsa ad Auschwitz) e di Emilio Castelfranchi (vittima delle leggi razziste del 1938) si trovano rispettivamente in via Mazzini n. 6 e in via Torre Portello n. 4.

Come ho anticipato, ricorderò a lungo questa giornata, poiché entrambe le cerimonie della posa delle Pietre sono state emozionanti: grazie alla presenza dei loro parenti venuti da lontano, Ada Osima ed Emilio Castelfranchi erano in quei momenti accanto a noi, certamente felici nel vedere quanta gente era presente in questa giornata così importante.

A rappresentare la famiglia Osima vi era Elisa Molinari, pronipote di Ada, che ha ricordato con commozione la vita della prozia prima delle leggi razziali nella sua Finale Emilia e dopo, fino alla deportazione ad Auschwitz.

Anna Loi, guida del Memoriale della Shoah di Milano, ci ha fatto ripercorrere il tragitto di Ada e degli altri 604 deportati partiti da Milano il 30 gennaio 1944 dal tristemente celebre Binario 21.
Abbiamo avuto modo di conoscere le vicende di Emilio Castelfranchi dalle parole di Chiara Lepschy, sua cugina di terzo grado e di Tatiana Camilucci, sua pronipote in linea diretta, accompagnata dalla madre. Entrambe hanno ricordato Emilio e il suo profondo dolore nell’aver dovuto abbandonare la sua professione di medico a causa delle leggi razziste, ma con grande dolcezza hanno anche ricordato l’amore che tutta la famiglia prova tuttora nei confronti di questa giovane anima volata in cielo troppo presto per colpa di leggi dettate da un odio cieco. Come naturale prosecuzione della cerimonia, il gruppo si è poi spostato al cimitero ebraico, dove Denise Toselli ed io abbiamo raccontato alcune delle storie di coloro che ora vi riposano.
Ada Osima ed Emilio Castelfranchi sono stati infine protagonisti di un bellissimo recital che si è tenuto nel pomeriggio presso la Biblioteca Comunale, dove gli attori Maria Antonietta Centoducati, Gianni Binelli e il pianista Ovidio Bigi ci hanno catapultato nella realtà dei campi di concentramento, regalando al pubblico momenti di grande emozione: un recital coinvolgente che ha profondamente scosso il pubblico.
Come vice presidente di ALMA FINALIS, ringrazio l’Amministrazione Comunale per averci dato la possibilità di realizzare questo progetto per noi importantissimo, la ditta “San Giuseppe Lavoratore” che ha effettuato gratuitamente la posa delle Pietre, le Associazioni (in particolare l’ANPI, i Carabinieri e i Bersaglieri), le maestre che hanno portato i loro alunni e tutti coloro che hanno partecipato all’evento. Come persona, ringrazio di cuore Maria Pia Balboni per l’organizzazione impeccabile e per avermi coinvolta in questo progetto così speciale, i miei compagni Denise Toselli, Alessandro Pisa, Marco Bernardi e Claudio Ragazzi, e - per ultimi, ma non di minore importanza - Elisa Molinari, Claudio Rimini, Anna Loi, Chiara Lepschy e Tatiana Camilucci, che con la loro presenza e testimonianza hanno trasmesso a me e al pubblico l’importanza della Memoria, affinché l’indifferenza non permetta che ciò che è accaduto si ripeta: mai più.

Anna Rita Molesini per ALMA FINALIS